Che cos’è Open Mask Sicilia?
A discapito di quanto il sostantivo “mask” possa suggerire, Open Mask Sicilia è un insieme di azioni messe in atto dall’associazione no-profit FabLab Messina per fronteggiare l’emergenza COVID-19.
Lo scopo di queste azioni è incentrato sull’offrire supporto materiale alle Aziende Ospedaliere, DONANDO loro presidi sanitari artigianali che possano essere utilizzati, temporaneamente e in via emergenziale, per colmare la carenza di dispositivi ufficiali creata dall’emergenza pandemica.
Perchè il FabLab Messina?
I FabLab sono officine di Artigianato Digitale cioè luoghi in cui chi si associa sperimenta in prima persona l’ideazione e la progettazione di oggetti attraverso le più moderne tecnologie. Il concetto di Open Source e la condivisione di informazioni e di risorse sono alla base della natura dei FabLab e, in particolare, del FabLab Messina. Crediamo fortemente nel potenziale dello sviluppo condiviso e collaborativo, sia in presenza che da remoto e nella realizzazione in-house degli oggetti progettati; quest’ultima avviene attraverso l’utilizzo dei macchinari di fabbricazione digitale messi a disposizione degli associati del FabLab Messina (stampanti 3D, frese CNC, macchine per il taglio laser, etc). L’obiettivo ultimo della nostra associazione è condividere in rete i nostri progetti, pubblicandoli utilizzando licenze che ne incoraggino e ne tutelino la diffusione.
Quali iniziative sono state attivate fin ora?
Il team del FabLab Messina ha portato avanti lo sviluppo di diversi prototipi di mascherine riutilizzabili (previa sanificazione), via via migliorandone l’ergonomia e le caratteristiche meccaniche. Durante questo processo di progettazione, di fondamentale importanza sono stati sia l’utilizzo della stampa 3D – soprattutto in fase di prototipazione – che le competenze dei vari membri del team nell’utilizzo dei software di progettazione – spesso acquisite proprio all’interno del FabLab Messina. Questo progetto è stato un chiaro esempio di come la diffusione di strumenti e di conoscenze sia non solo fondamentale per la crescita di una comunità, ma soprattutto funzionale al soddisfacimento di un bisogno collettivo quale, in questo caso, la lotta alla carenza di presidi sanitari.
Le azioni:
Makers call
L’Associazione, attraverso delle chiamate pubbliche, si è fatta promotrice di due iniziative aventi entrambe l’obiettivo di realizzare un’ingente quantità di adattatori meccanici per i ventilatori polmonari utilizzati nelle terapie intensive.
Il concetto è semplice ma l’intento pretenzioso: coinvolgere attraverso i social network il maggior numero si maker, ovvero gli assidui utilizzatori di tecnologie di fabbricazione digitale (fra le quali spicca la stampa 3D) col fine di produrre il più rapidamente possibile quanto le strutture sanitarie hanno richiesto.
La prima consisteva in una chiamata alla stampa 3D collettiva rivolta ai maker (di tutto il territorio italiano) per la realizzazione di 50 adattatori Charlotte (progettati da Isinnova); questi adattatori permettono la conversione delle mascherine da snorkeling prodotte da Decathlon in maschere per la ventilazione artificiale dei pazienti affetti da insufficienza respiratoria.
La seconda consisteva nella chiamata alla stampa 3D per la realizzazione di 300 sdoppiatori a “Y” cioè dispositivi che permettono di far respirare due pazienti con un solo ventilatore polmonare.
L’adesione alle chiamate è stata un grande successo: un esercito di maker (quasi 100 in totale) che con entusiasmo si sono offerti di contribuire alla stampa, dimostrando così un grande voglia di fare e un grande spirito di solidarietà. Per riuscire a coordinare tutti i contributori è stata rapidamente realizzata una piattaforma che ha ospitato i file per la stampa e reso possibile dotare, attraverso Air Factories, in sole 48 ore, l’AOU G.Martino di Messina e l’Assessorato alla Sanità della Regione in Sicilia di adattatori che possano essere utilizzati nella sciagurata evenienza di un aumento della diffusione virale.
Wilson Mask
Le mascherine sono diventate il simbolo dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo; sono i primi presidi sanitari che sono venuti a mancare e che, per la prima volta nella nostra storia, abbiamo cominciato a ritenere non solo utili ma necessari. La nostra prima azione non poteva quindi non essere quella di creare una mascherina per uso personale.
In questa storia, oltre ad un forte evento come lo scoppio di una pandemia, ci sono dei protagonisti che, grazie all’uso di buone pratiche come la condivisione e collaborazione, si sono impegnati affinchè le proprie conoscenze e le proprie capacità potessero essere messe al servizio della collettività nel modo più efficiente possibile.
Tutto inizia con il nostro associato Giovanni che, nei primi giorni di emergenza, ha pensato di cercare online un modello di mascherina stampabile in 3D; ne individua uno (Air Mask by grennet www.thingiverse.com/thing:4217534) rilasciato, grazie alla buona pratica dell’autore, con licenza open. Stampato il primo pezzo, Giovanni si è offerto, tramite il suo profilo Facebook, di stamparlo gratuitamente per i propri amici. L’ospedale “Giuseppe Fogliani” di Milazzo (ME) viene a conoscenza di questa opportunità e, mettendosi in contatto con Giovanni, chiede se è possibile avere queste mascherine anche per il personale ospedaliero. Giovanni a questo punto si mette in contatto con il FabLab e nasce così il progetto Open Mask Sicilia.
Coinvolgere il FabLab significa coinvolgere diverse professionalità che, in questo caso, hanno provveduto ad analizzare il progetto originale, ad evidenziarne le criticità e, in collaborazione con medici ed esperti del settore, a provvedere ad apportare le adeguate modifiche fondamentali per un utilizzo efficace della mascherina.
Una delle prime criticità rilevate è stata proprio l’utilizzo della stampa 3D: questa tecnologia di produzione additiva permette la costruzione di un oggetto attraverso il deposito stratificato di materiale. Come si può facilmente intuire non esiste nessuna garanzia che fra gli strati di materiale depositato non vi siano micro gap che permetterebbero il passaggio d’aria e, quindi, di agenti patogeni. La reale utilità della stampa 3D è stata, tuttavia, quella di permetterci di realizzare dei prototipi in tempi brevissimi e quindi di poter testare rapidamente ogni nuova modifica.
Il continuo confronto con gli operatori sanitari ha aperto la strada a soluzioni che non erano state originariamente previste; oltre alla scatola filtro per tessuto TNT – soluzione originariamente implementata – è nata l’idea di utilizzare anche filtri HME (Heat and Moisture Exchanger) ossia filtri affidabili e di lunga durata che sono già in dotazione alle strutture sanitarie.
La nostra mascherina, recentemente ribattezzata Wilson Mask, è liberamente disponibile su Thingiverse e può essere scaricata e realizzata da chiunque. Essendo un remix di un progetto preesistente la licenza di rilascio e di utilizzo rimane la medesima, vale a dire Creative Commons CC BY-NC-SA 4.0.
Un ulteriore importante passo è stato compiuto: sono stati realizzati i primi esemplari di Wilson Mask con la tecnica di produzione definitiva ovvero lo stampaggio a iniezione. Il materiale utilizzato è il Santoprene™, un polimero termoplastico vulcanizzato non igroscopico dalla consistenza gommosa: fra i vari campi di utilizzo vi è anche il settore medico e sanitario.
I primi 20 esemplari sono già stati consegnati all’ospedale “Giuseppe Fogliani” di Milazzo in modo da potervi effettuare le dovute sperimentazioni. Le considerazioni che ne risulteranno ci permetteranno di proseguire con la progettazione e/o con la produzione in serie.
What next?
Attualmente ci stiamo dedicando all’ottenere una certificazione per la Wilson Mask. Se questo traguardo venisse raggiunto, Wilson Mask sarebbe la prima mascherina open certificata, liberamente riproducibile da chiunque.
DISCLAIMER:
È bene precisare che tutti questi illustrati fino ad’ora non sono dei dispositivi medico-chirurgici, ma dispositivi DPI realizzati per sopperire alle attuali mancanze; non hanno la pretesa di essere conformi alle normative vigenti e di certo la loro qualità non è paragonabile a quelle industriali. Servono a tamponare un bisogno contingente. Ciascun operatore sanitario, dunque, valuterà modi, tempi e funzioni da dare alla mascherina, proprio in quanto esperto in materia.
Come supportarci:
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Parlano di noi:
18 Marzo 2020 – Articolo su www.oggimilazzo.it
25 Marzo 2020 – Articolo di Cristina Saja su 24live.it
26 Marzo 2020 – Articolo di Dalila Ferreri su www.agrigentooggi.it
26 Marzo 2020 – Servizio di Riccardo Trombetta andato in onda su Striscia la Notizia
29 Marzo 2020 – Articolo su La Sicilia
2 Aprile 2020 – Servizio di Marcella Ruggeri andato in onda durante il Telegiornale della emittente RTP (minuto 16:10)
7 Aprile 2020 – Articolo di Alessandra Mammoliti su www.normanno.com
10 Aprile 2020 – Articolo di Enzo Bon su www.ytali.com
17 Aprile 2020 – Articolo di Santi Cautela su www.iltirrenico.it